Vi ricorderete che ultimamente mi sono ritrovata ad inciampare…
Pochi giorni fa sono dunque inciampata in un progetto di design, o esperimento direi quasi, svoltosi a Las Vegas nell’anno appena passato, all’interno della P3 Studio Gallery.
Il progetto di cui vi sto per parlare è di Candy Chang e si chiama Confessions.

Per un mese i visitatori avevano la possibilità di rivelare i propri segreti più profondi e intimi in modo completamente anonimo e liberatorio.
Come funzionava?
All’ingresso di questo progetto-esposizione si trovavano delle cabine con delle grafiche arancioni, come delle cabine elettorali dove si poteva entrare singolarmente.

All’interno di esse l’utente aveva a disposizione un supporto di legno su cui scrivere la propria confessione. Successivamente ognuno doveva imbucare la tavoletta in un’apposita fessura che faceva sì che il segreto si mescolasse insieme a quello di tanti altri.

Una volta uscito dalla cabina, l’utente poteva avviarsi verso la sala più grande che rappresentava la vera e propria esposizione.

In questa sala venivano esposte tutte le placche di legno, a mano a mano che le confessioni venivano scritte, e gli spettatori potevano avere il privilegio di leggere i segreti altrui, ovviamente senza nulla sapere riguardo gli autori.
Il tutto con una melodia di sottofondo che il compositore Oliver Blank ha creato appositamente per questo progetto, chiamata appunto “Confessional Music“.

La parte interessante del progetto è stata proprio la seconda (anche se ammetto che è sempre piacevole liberarsi di una confessione, di qualunque natura essa sia). Molte confessioni sono di paure: paura di rimanere soli, paura di fallire, paura di morire, altri invece sono segreti d’amore, confessioni mai fatte, confessioni di odio. In tutto ne sono state raccolte 1500.
La cosa affascinante che l’autore vuole sottolineare riguardo questo progetto, è che spesso, per quanto un segreto possa farci vergognare o possa essere indicibile, ci si accorge che molte altre persone potrebbero avere le stesse nostre paure, i nostri stessi sogni; forse allora siamo meno soli di quanto pensiamo.
Lo stesso Candy Chang dice infatti : “This project seeks to create a cathartic sanctuary for this temporary community and help us see we are not alone in our quirks, experiences, and struggles as we try to lead fulfilling lives”.

Chissà che non potrebbe essere un bell’esperimento da fare anche qui in Italia, per esempio, per il prossimo San Valentino o per la festa dei single… si sa che poi molte confessioni sono rivolte a qualche fiamma nascosta e allora perché non confessare?!
 
 
CONTACTS:
Candy Chang
Oliver Blank
The Cosmopolitan of Las Vegas