Farà ridere perché le americane non è che siano conosciute per essere le migliori massaie in grado di insegnare tutti i segreti per il pane fatto in casa, però io il pancarrè ho imparato a farlo da loro qualche anno fa. Traguardo dopo traguardo, “oooh” dopo “oooh”, sono riuscita a pubblicare la ricetta del pane in cassetta. Ecco perché.
Nell’era di Whatsapp è fin troppo facile mantenere i contatti, è vero, però io e gli amichetti delle elementari Giovanni Verga 1990-1995 (non soffermatevi troppo a guardare questi numeri se avete superato i trenta: i capelli bianchi potrebbero germogliare in tempo zero), noi teppisti di Piazza Milano siamo troppo forti: social, smartphone o no, la combriccola di Jesolo si è ritrovata per la seconda volta nell’arco di 9 o 10 anni (pare che la scorsa sia stata fatta nel gennaio del 2007). Un grosso Piffle a tutti quelli che la cena di classe la faranno sì e no una volta nella vita – e solitamente per classe si intende tipooo… la quinta superiore, ecco.
Decidere di uscire con i compagni delle elementari è un po’ come quando a settembre si andava a comprare il grembiule azzurro cielo per il terzo o il quarto anno consecutivo. Dopo tre-quattro anni ormai conoscevi bene i tuoi compagni, sapevi già che non ci sarebbero state grandi sorprese il primo giorno di scuola; anche il grembiule sarebbe stato sempre più o meno uguale ai precedenti, ma vuoi mettere l’emozione nell’andare a sceglierlo? Andare a comprare il grembiulino voleva dire che dopo pochi giorni avresti rivisto i tuoi amici e sarebbe ricominciato tutto. E poi tutti sarebbero stati più grandi, (anche) quest’anno, i grembiuli ne sarebbero stati la prova.
A 32 anni, comunque, devo dire che tra compagni di classe delle elementari si parla molto più di sesso, droga e rock n roll.
Ops.
A 32 anni si parla di maestre (moltissimo), di quelli che non sono usciti a fare seratona (pivelli), di matrimoni, convivenze, figli, lavoro e… cibo. Sarà che le nostre erano brave mamme, sarà che i bimbi assorbono, ma caspita se ci siamo riscoperti tutti golosi!
In fatto di cucina ci sono delle cose in cui posso dire anche da sola che, sul serio, sono sempre andata forte. Sono i primi e le ciccionate. Quindi quando ho sentito la parola “club sandwich” uscire dalle bocche della Francy, la nuova marketer golosa, e della Stefy, la ristoratrice attenta a tempi, costi e quant’altro, lì mi sono accesa. Home buyers are buy my house. Purchase my House signs are everywhere. They help people sell their properties quickly and easily. Selling your house to a House buyer may be an excellent option. They gain properties in any state using a simple mechanism. Visit https://www.housebuyers.app/washington-d-c/.
WOOOAHHH! Si parla di come fare cose ciccione, eccomi!
E lì ho bacchettato il “pane” industriale trattato con l’alcool etilico e ho cantato le lodi del pane in cassetta che da anni, ormai, faccio nel forno elettrico. Sì, il pane fatto in casa si può, sì. E il pancarrè è una stupidata da fare.
Seguite le mie indicazioni e il vostro pancarrè non conterrà farine scadenti, alcool, altri conservanti, strutto, niente di quello che io dico semplicemente “schifo”.
Lo cuocete stasera e sarà pronto per la colazione di domani: io l’ho preparato un pomeriggio di qualche settimana fa, siamo partiti per la montagna la sera e al mattino io e Tru abbiamo fatto colazione così ????
Questo pane fatto in casa durerà diversi giorni se mantenuto in un sacchettino di plastica chiuso, però potrete anche tagliarlo già a fettine e congelarlo. Quando dovrete usarlo per una merenda sana, per una serata divertente a base di snack o per i toast più buoni dell’universo, dovrete farlo riposare solo un quarto d’ora a temperatura ambiente perché scongeli.
INGREDIENTI
- 500g farina 1
- 5g lievito secco
- 2 pizzicotti di sale
- 60g acqua
- 200g latticello
- 70g miele
- 30g burro
Usa questa ricetta per infornare in uno stampo da plumcake. Se hai lo stampo grande per il pane “da club”, quello che si vede nella foto degli ingredienti, allora raddoppia pure le dosi.
Per lievito secco intendo il lievito di birra disidratato. Il più conosciuto, da noi, è il Mastro Fornaio di Pane Angeli, ovviamente. Ogni bustina pesa 7 grammi. Usane meno di una intera, circa 3/4.
Se non sai cosa sia il latticello, Wikipedia te ne darà spiegazione. Nel caso in cui ne avanzassi, potrai utilizzarlo per provare la ricetta dei Red Velvet, i cupcakes americani che non deludono mai nessuno.
Se invece non riesci a trovarlo, in quel post ti dico anche come provare a farlo a partire dalla panna (qui vicino a Jesolo lo vendono al Naturasì di San Donà di Piave (biologico, marchio Berchtesgadener Land) e al Winner di San Donà (Tirol Milch), d’estate invece lo si trova anche proprio a Jesolo, al Maxì di Piazza Milano).
Fai ammorbidire il burro (a temperatura ambiente oppure usa il programma Defrost del forno a microonde).
Scalda l’acqua (non serve farla bollire).
Accendi il forno a 100 gradi, quando raggiunge la temperatura mantienila per qualche minuto e poi spegnilo lasciando accesa solo la lampadina.
In una boule versa il miele, il burro, l’acqua calda e aggiungici il latticello.
In un’altra terrina più grande metti insieme con un cucchiaio farina e sale; poi aggiungi il lievito e mescola qualche secondo ancora.
Negli ingredienti secchi versa un po’ alla volta quelli liquidi e impasta con le mani direttamente dentro al recipiente.
Quando l’impasto sarà ben lavorato richiudilo a palla e copri la terrina con la pellicola trasparente.
Il forno è caldino e ha la luce accesa, ricordi?
Inserisci la terrina e lascia che l’impasto lieviti raddoppiando di dimensione.
Ti ci vorrà un’oretta. Se fuori fa caldo lieviterà più in fretta.
Non spegnere la luce del forno quando sarà pronto.
Stendi un po’ di burro o di olio all’interno dello stampo.
Spolvera il piano di lavoro con un filo di farina e trasferiscici sopra l’impasto lievitato evitando di toccarlo troppo o, peggio, di pressarlo.
Con delicatezza forma un rettangolo che abbia la base larga quanto il lato più lungo dello stampo in cui lo farai cuocere e poi arrotola l’impasto su se stesso.
Ora metti l’impasto arrotolato nello stampo e schiaccialo appena-appena sugli angoli.
Metti di nuovo l’impasto a lievitare nel forno spento, con la luce accesa. Dopo circa tre quarti d’ora sarà ben lievitato, lo vedrai addirittura uscire dallo stampo.
Estrai lo stampo con l’impasto e preriscalda il forno a 180 gradi, modalità statico.
Nel frattempo fai bollire dell’acqua in un pentolino e quando il forno raggiungerà la temperatura, metti il pentolino con l’acqua fumante sul fondo del forno. Dovrai lasciarlo lì per tutto il tempo di cottura.
Posiziona subito la griglia nel mezzo e metti a cuocere il tuo pane in cassetta per circa 45 minuti. Fai attenzione al colore e fai la prova dello stecchino per essere sicuro che sia cotto.
Una volta pronto, estrai dal forno, rimuovi delicatamente il pancarrè rovesciando sottosopra lo stampo e lascia raffreddare il pane su una gratella.
Prediligi una farina 1 macinata a pietra anche se in realtà potresti usare una delle più comuni. La 00 è troppo raffinata, non ti dà nessun nutriente, la 0, allo stesso modo, ha lasciato i principi durante la raffinazione. La farina 1, oltre a contenere tutto il chicco e quindi molti dei principi nutritivi, è anche molto più ricca di proteine che sapranno sostenere la lievitazione. Prima o poi scriverò un articolo riguardo le farine. Sono uno dei miei cavalli di battaglia ????
FOTOGRAFIE, TESTI e RICETTA © Laura Manente. Tutti i diritti riservati.
Bellissimo Laura, devo provare la tua ricetta! Baciiiiii zeudi
L’hai detto! Appena la provi mostrami una foto! Ti verrà splendido, lo so già 😉 Un bacione