Alla Befana piacciono viola, belle e ciccione: Plattan by Urbanears, le cuffie che lasciano il mondo fuori e tengono la musica dentro.
E’ la seconda volta che mi trasferisco a Londra.
La prima volta sono stata qui nella seconda metà degli anni 90. Poi il nulla. Poi ci torno che è già il millennio successivo, nel 2012. Sono cambiate tante cose e sono diversi anche i londinesi che dalle ultime stime sono calcolati essere inglesi ormai per meno della metà della popolazione.
Sono cambiati alcuni quartieri che sono mediamente più omologati: alcuni sono diventati anche più carini ma decisamente meno British. Il nostalgico avrà da lamentarsi, l’innovatore avrà da gongolarsi, io mi limito ad osservare.
E c’è una cosa che vedo, anzi, che sento, che proprio non mi torna più: il sottofondo musicale.
Una volta era quasi ovunque drum’n’bass, transstep e jungle, era elettronica e accenni di triphop. E Prodigy e Daft Punk sempre e comunque.
Ora invece dappertutto, a Picadilly come in fila dal dottore, la colonna sonora è questa: “fzz fzz ftn ftn ftn bzz bzzz funz funz…”, ovvero i suoni fastidiosi e ovattati che fuoriescono dagli auricolari del tuo vicino.
Questo sottofondo è ovunque, a tutte le ore. E non è sempre una questione di sordità e neanche un intimo tentativo di alienazione. Il fatto è che nella metropoli c’è talmente tanta confusione che l’unica modalità per sentire quello che hai messo nel tuo player è appunto volume a palla.
Ora, siccome Londra è anche città tollerante, io non me la sento di strappare gli auricolari di dosso a tutti. Però ho un validissimo suggerimento: compratevi un buon paio di cuffie, di quelle importanti e ciccione che fanno molto anni ottanta.
Qui a Londra il trend sono le Beats Solo HD by Dr. Dre, grosse e colorate, cheap, rintracciabili su qualunque bancarella a Camden Town: belle, ma sacrificano un po’ di qualità all’estetica.
Qualche audiofilo azzarda delle pesanti cuffie da deejay, un outfit professionale ma poco casual. Il miglior compromesso io l’ho scovato nel modello Plattan di Urbanears. Un’ottima sintesi di design e qualità, anche nella scelta di combinazione lucido/opaco dei materiali.
Ce n’è di tutti i colori, le mie sono viola. Total viola.
Sono stilosi da subito questi svedesi che le propongono nella confezione tono su tono piegata come uno scrigno.
Anche le cuffie si piegano, su se stesse. Diventano discrete e trovano il loro spazio in borsa. Inoltre il cordino è in stoffa intreccciata e, oltre a poterlo avvolgere alle forcelle laterali in metallo con la certezza che lì rimarrà, questa caratteristica risolve il problema dell’aggrovigliamento che hanno i cavi con guaina in gomma e delle relative imprecazioni.
Inutile dire che possono egregiamente sostituire gli auricolari del vostro smartphone, grazie al microfono incorporato.
Sono trendy, intelligenti e pure social! Il padiglione di destra ha un’uscita che consente di agganciare un altro dispositivo audio con normale jack, ovvero un’altra cuffia, e condividere quello che stai ascoltando con un amico (instant music sharing). Questa chicca l’hanno chiamata “Zoundplug”.
Ecco, qui c’è da sperare che il tuo amico abbia a sua volta le Plattan altrimenti siamo di nuovo al “fzz fzz ftn ftn ftn bzz bzzz funz funz” (ma tanto voi le indossate e non ve ne curate)!
Costano 59,90 Euro.
Se Babbo Natale non vi ha creduto, c’è ancora la Befana che potete illudere con buoni propositi per il nuovo anno. Forza quindi: appendete una calza cicciona al caminetto!
TESTI © Lorena Loriato per Tweedot blog magazine. Tutti i diritti riservati. // FOTOGRAFIE © Urbanears – Etsy – Creativemati